venerdì 29 maggio 2009

Fermiamo la produzione dei cacciabombardieri JSF

Appello della Campagna Sbilanciamoci! e della Rete Italiana per il disarmo

In questi giorni il Governo italiano, dopo aver chiesto ed ottenuto un parere al Parlamento, in poco tempo e senza praticamente dibattito, sta procedendo alla continuazione della produzione di 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter che impegneranno il nostro paese fino al 2026 con una spesa di oltre 15 miliardi di euro.
Si tratta di una decisione irresponsabile sia per la politica di riarmo che tale scelta rappresenta, sia per le risorse che vengono destinate ad un programma sovradimensionato nei costi sia per la sua incoerenza (si tratta di un aereo di attacco che può trasportare anche ordigni nucleari) con le autentiche missioni di pace del nostro paese.
In un momento di grave crisi economica in cui non si riescono a trovare risorse per gli ammortizzatori sociali per i disoccupati e vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all'università e alle politiche sociali, destinare 15 miliardi di euro alla costruzione di 131 cacciabombardieri è una scelta sbagliata e incompatibile con la situazione sociale del paese.
Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo chiedono quindi al Governo di non procedere alla prosecuzione del programma, destinando in alternativa una parte delle risorse già accantonate a programmi di riconversione civile dell'industria bellica e agli interventi delle politiche pubbliche di cooperazione internazionale, che la scorsa manovra finanziaria ha tagliato di ben il 56%.
Con 15 miliardi di euro si possono inoltre fare molte altre cose in alternativa. Ad esempio si possono contemporaneamente costruire 3000 nuovi asili nido, impiantare 10 milioni di pannelli solari, dare a tutti i collaboratori a progetto la stessa indennità di disoccupazione dei lavoratori dipendenti, allargare la cassa integrazione a tutte le piccole imprese.
Il Governo, in questo spinto anche dal Parlamento, faccia una scelta di pace e di solidarietà; blocchi la prosecuzione del programma, destinando le risorse così liberate alla società, all'ambiente, al lavoro, alla solidarietà internazionale.

Aderisci:
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venerdì 15 maggio 2009

Decreti sicurezza: legge disumana e ingiusta

LA PERSECUZIONE
NON PUÒ ESSERE LEGGE

Emergency aderisce alla manifestazione contro il razzismo promossa a Milano per sabato 23 maggio e invita i propri sostenitori a parteciparvi.
Nel tema della manifestazione Emergency riconosce una preoccupazione propria per la situazione attuale in Italia e un elemento decisivo della propria identità.

La Camera ha votato per i cosiddetti «decreti di sicurezza». Alle parole del presidente «La Camera approva», si è compiuto un passo verso la costruzione in Italia di un regime di ingiustizia e di sopraffazione.
Dopo il voto del Senato, queste disposizioni saranno in vigore, ma non per questo potremo ritenere giusta e umana una legge che consideriamo disumana e ingiusta.

Queste norme, in particolare l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, al quale si connettono altre forme di discriminazione e persecuzione, potranno essere oggetto di un giudizio di incostituzionalità, come sono oggetto di critiche da parte di diverse autorità internazionali.
A questi aspetti e a questi giudizi il governo italiano e diverse forze politiche si sono mostrati completamente indifferenti.
L’attesa di eventuali annullamenti o revisioni non può essere posta a carico delle persone che saranno colpite da queste norme.

Dai cittadini italiani coinvolti nelle situazioni create da queste leggi è possibile attendersi un’obiezione di coscienza in nome di principi vigenti, espliciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani:

«Ogni individuo ha il diritto
di cercare e di godere in altri paesi
asilo dalle persecuzioni...»
(Art. 14)

EMERGENCY

Milano, 15 maggio 2009

martedì 12 maggio 2009

A cena con Emergency


Sabato 23 Maggio 2009

ore 20.30
Sala Polivalente “4 Lamiere”
Zampine di Stienta

"Metti una sera a cena con… Emergency"

cena di solidarietà organizzata da
circol
o Arci di Stienta con il gruppo Emergency Rovigo
Il ricavato sarà devoluto alle attività di Emergency.


Info e prenotazioni:
Mauro Boniolo, cell. 348 5609005
Luciano Bombarda, cell. 340 8575283
emergencyrovigo@libero.it

Marcia della Pace 2009



Legalità e giustizia contro tutte le mafie

Piazza Vittorio Emanuele II si è tinta di tutti i colori dell’arcobaleno per la 7. marcia provinciale per la Pace. Una Rovigo multicolor, non solo per le numerose bandiere iridate portate a spalla dai ciclisti e dai pedoni che, partiti da Pezzoli, sono giunti in città attraversando Villadose, ma, specialmente, per le rappresentanze multietniche che hanno voluto partecipare alla manifestazione pacifista organizzata dal Coordinamento gruppi per la pace di Rovigo con il patrocinio della Provincia e del Comune capoluogo assieme a quelli di Villadose, Ceregnano e Occhiobello. Oltre 250 pacifisti hanno partecipato alla marcia, che, partita nel primo pomeriggio da Pezzoli, si è conclusa intorno alle 18 in una piazza gremita di bambini animati dai ragazzi dell’associazione Haukuna Matata Onlus.
Commozione e applausi all’arrivo della gigantografia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i magistrati del pool antimafia di Palermo assassinati dalla criminalità organizzata, portata sul palco dai marciatori come simbolo del tema della manifestazione: “Non c’è pace senza giustizia - Contro tutte le mafie”.
La giornata è poi proseguita con le testimonianze di Giorgio Poletti, padre Comboniano e parroco di Castel Volturno, di Daniele Lugli, presidente del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e difensore civico Regione Emilia-Romagna e di don Giuliano Zattarin che ha lasciato le parrocchie di Sariano, Pezzoli, Trecenta e Badia per una nuova esperienza missionaria in Brasile. Proprio con una delegazione di giovai sudamericani, don Giuliano è tornato a Rovigo per poter partecipare alle manifestazioni della festa della Pace, di cui è stato promotore durante i primi anni. Legalità, giustizia e fratellanza sono state, dunque, le parole chiave di questa giornata densa di emozioni che è riuscita a riunire in piazza centinaia di rodigini raccolti tutti senza distinzioni sotto la bandiera arcobaleno della Pace.

(M.L.)

da Il Gazzettino di Rovigo dell'11 Maggio 2009

In marcia per la pace

Il Resto del Carlino, 11 maggio 2009

La Voce nuova di Rovigo, 11 maggio 2009

CLICCA SULLE IMMAGINI PER INGRANDIRLE

Marciare invocando un solo inno: "Non c'è pace senza giustizia"

Rovigo - Oltre 300 persone hanno preso il via per la marcia della pace di domenica 10 maggio. Manifestazione che ha voluto porre attenzione e riflessione sui temi dell’accoglienza, della convivenza pacifica e dell’interculturalità (...)


Le altre foto su rovigooggi.it

lunedì 11 maggio 2009

Sostieni Emergency

In questi quindici anni Emergency ha fatto dell'autonomia e della neutralità il proprio punto di forza e il motivo della propria credibilità. La grande parte dei fondi utilizzati per costruire e gestire ospedali in zone di guerra proviene dalle donazioni dei cittadini. Per fare sì che l'associazione possa continuare ad agire senza bisogno di padrini, nè padroni, è importante che questo sostegno continui.

Per questo Emergency propone a tutti coloro che ne hanno la possibilità, di sostenere le sue attività attraverso il RID, un bonifico automatico di cui è possibile scegliere cadenza e entità della donazione. Il RID non ha costi aggiuntivi nella maggior parte degli sportelli bancari e consente all'associazione di beneficiare di un contributo anche modesto, ma costante. Significa garantire interventi chirurgici e prestazioni sanitarie di alto livello, cure ai bambini nei nostri centri pediatrici, pappe e farmaci gratuiti, cure ai poveri, ai malati e ai migranti. Attraverso il RID è possibile "adottare un ospedale" (www.adottaunospedale.org), garantendone la continuità dei servizi.

E' possibile informarsi sul RID ai banchetti gestiti dai volontari dell'associazione o attraverso il sito www.emergency.it.

domenica 10 maggio 2009

«La pace deve partire dalla lotta alle armi»

(m.l.) I conflitti si possono prevenire, basta volerlo. È stata questa la conclusione cui sono arrivati i relatori del convegno "Armi, banche armate e guerre" che ha avuto luogo venerdì sera nella sala della Gran Guardia di Rovigo, all’interno delle celebrazioni della 14. Festa della Mondialità e della Pace. L’iniziativa, che è promossa dall’assessorato ai Diritti umani con il Coordinamento dei gruppi per la pace di Rovigo, avrà il suo culmine oggi pomeriggio con la settima marcia provinciale che partirà da Pezzoli per arrivare a Rovigo attraversando Villadose.
Sono intervenuti all’incontro dibattito Giovanna Bruna Pineda, assessore alle Pari opportunità del Comune di Rovigo, Francesco Vignarca, Responsabile della Rete italiana per il disarmo, e Paolo Busoni, logista di Emergency, esperto di geopolitica e armi.
Busoni ha portato per primo la propria testimonianza sugli effetti devastanti che le armi hanno sulle persone. «Mi sono sempre interessato di guerra, tanto che mi sono laureato in Storia con particolare attenzione agli avvenimenti militari degli ultimi due secoli. Credevo di sapere tutto. Ma i conflitti armati non sono solo fatti da strategie, date e condottieri. Ho aperto gli occhi sono quando con Emergency mi sono trovato a dare un volto e un nome ai numeri di morti e feriti delle vittime civili».
Secondo Busoni, infatti, è la distruzione di massa il vero cardine dalla strategia bellica moderna. Distruzione che non è diretta all'annientamento della forza armata, ma a tutta la nazione avversaria in ogni sua manifestazione sia fisica che culturale e religiosa «In una parola - conclude il socio di Emergency - umana».
A Francesco Vignarca, infine, è spettato il compito di tirare le somme della serata. «Il vero problema non è il traffico illegale di armi - spiega - perché rappresenta solo il 5 per cento del commercio totale. Bisogna andare a fondo della questione. Documentarsi su come il mercato delle armi sia legalizzato anche in paesi come la nostra Italia. Ci sono tutte le carte in regola per poter cambiare le cose ma dobbiamo essere tutti più coscienti di quello che succede».
Deve essere sempre «ben presente - conclude Vignarca - come si è conclusa la questione tra repubblica Ceca e Slovacchia. Non è stato sparato un colpo, diversamente dalla tragedia della Jugoslavia. Questo ci deve far riflettere su come grazie al benessere i conflitti possono essere evitati, con risultati eccezionali».

dal Gazzettino di Rovigo del 10 maggio 2009